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Disability Access Officers (DAO) Serie A

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Coniugare sport e disabilità non è solo possibile: è necessario. Ne abbiamo parlato oggi alla Luiss Guido Carli di Roma insieme ad alcuni specialisti che si occupano di disabilità per i principali club calcistici italiani. Realtà che stanno innovando le loro strutture per consentire alle persone con disabilità di vivere a pieno la loro passione. Ne è un esempio Milano, con lo stadio Giuseppe Meazza che dispone di 200 posti per persone con disabilità, che vengono attribuiti gratuitamente a chi ha una disabilità pari al 100%. Per meglio favorire l’accesso allo stadio dei tifosi disabili, FC Inter ha istituito un servizio di prenotazione che consentirà (sino all’esaurimento dei posti disponibili) un più facile ingresso. Condizione per esercitare tale possibilità è l’attestabile invalidità al 100% del richiedente, deambulante o con ausilio di sedia a rotelle.

Il Milan, invece, ha sottoscritto un accordo con L’Ente Nazionale Sordi e, ogni settimana vengono sottotitolati e tradotti in LIS i video e le interviste più rilevanti agli sportivi. Inoltre, come unico club in Italia, il Milan trasmette live in LIS tutte le conferenze stampa pre-gara.Queste buone pratiche ci sono state raccontate da Lorenzo Valeri, Presidente della Commissione Dirigenti e Collaboratori Sportivi, da Edoardo Gargiullo, Responsabile Ufficio Licenze UEFA e Coordinatore Disability Access Officers FIGC, da Elisabetta Scorcu, CSR Manager del Cagliari Calcio e da Marco Lomazzi, Disabilty Access Officer dell’AC Milan.

A questi risultati, sicuramente importanti, è necessario affiancare un processo di ammodernamento delle strutture sportive dilettantistiche che consenta alle persone con disabilità non solo di essere spettatore, ma protagonista attivo dello Sport. Questi sono temi che, come sa bene chi segue il mio lavoro, la Regione Lazio ha portato prima di altre al centro del dibattito politico nazionale con due mie proposte di legge che prevedono, esplicitamente, una serie di interventi studiati con associazioni e famiglie per rendere maggiormente inclusivo il mondo dello Sport.

Modelli e formule virtuose che possono essere prese ad esempio per una più organica disciplina del settore che potrebbe essere oggetto dei decreti attuativi della riforma firmata dalla ministra Stefani. E che, come sappiamo, saranno al centro del programma dedicato alla disabilità previsto all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

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