Il Senato, dopo l’ok della Camera, ha approvato il ddl del Governo che pone le basi per una riforma dei servizi dedicati alla disabilità. Una notizia salutata positivamente da Valentina Grippo, responsabile nazionale per le Politiche Sociali e la Disabilità di Azione, nonché prima firmataria di una proposta di legge regionale – la 169 del 2019, interamente dedicata alle persone con disabilità -, che tuttavia ne ha sottolineato i punti deboli e le criticità.
La consigliera regionale ha spiegato che il fatto che il legislatore nazionale abbia sentito il bisogno di mettere mano ad una legge che riforma i servizi per le persone disabili è senza dubbio un fatto positivo. Tuttavia ha anche espresso l’esigenza, da parte delle norme che deriveranno dal testo del Senato, di spiegare in modo dettagliato gli atti concreti da intraprendere per mettere in atto le riforme indicate.
Infatti, non serve soltanto sentir parlare di termini come ‘inclusione sociale’, ma è necessario tradurle in misure concrete come, ad esempio, quelle relative al ‘budget di salute’ di ogni persona con disabilità. Con questo termine indichiamo l’insieme delle risorse umane, professionali, economiche e i servizi necessari a restituire alla persona con disabilità un ruolo sociale attivo. Un obiettivo da realizzare attraverso un progetto terapeutico-riabilitativo individualizzato, alla cui produzione partecipano la persona stessa e i familiari.
La disabilità, inoltre, non va sostenuta economicamente soltanto a parole. Ma serve, invece, prevedere ad esempio proposte serie di welfare abitativo come contributi economici per l’acquisto della prima casa o la concessione di mutui agevolati a tasso 0 per le persone con disabilità e per le loro famiglie. O, ancora, va bene parlare di lavoro e ampliamento dell’offerta scolastica per i ragazzi con disabilità. “Ma poi aggiungiamo come”, ha detto la consigliera. Ad esempio realizzando i SILD – servizi di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, con un modello di longlife learning e percorsi facilitati di raccordo tra scuola, formazione professionale e mondo del lavoro (prevedendo nei centri per l’impiego personale qualificato alle esigenze delle persone con disabilità e la figura del disability manager)”.