Quello dell’istruzione all’infanzia è sempre stato un tema a me molto caro, in quanto il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni è il primo gradino del percorso di istruzione di una persona. Normato nella Regione Lazio dalla Legge Regionale n. 7 del 2020 che ne detta le disposizioni relative e dal suo Regolamento attuativo. È proprio da quest’ultimo che è iniziato il mio lavoro a seguito di incontri e scambi di e-mail con le associazioni del settore.
In particolare, grazie alla collaborazione con Sara Monacelli e con Benedetta Biondi, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’Associazione S.E.I. Zero-Sei APS, sono emerse alcune criticità proprio nel Regolamento di attuazione della legge, in quanto presentava delle restrizioni che riguardavano il funzionamento degli Spazi Gioco, che si ripercuotevano sui genitori, e che sono state amplificate dal duro periodo di pandemia che stiamo vivendo.
La prima modifica che ho introdotto, grazie ad un’osservazione al primo comma dell’articolo 20 del Regolamento di attuazione della L.R. 7/2020, ha eliminato l’obbligo di chiusura di queste strutture tra un turno e l’altro, questa imposizione di fatto andava ad azzerare la flessibilità di frequenza che caratterizza proprio il servizio degli Spazi Gioco e non solo: la flessibilità oraria veniva meno anche nei confronti di quei genitori che hanno diritto a lavorare in smart working e che hanno acquisito quindi delle tempistiche più equilibrate tra vita e lavoro.
Sono anche intervenuta per eliminare un altro obbligo che la Regione imponeva agli Spazi Gioco e conseguentemente alle famiglie, sempre all’articolo 20, e cioè quello di prevedere l’esclusivo consumo di merende con prodotti confezionati. È difficile immaginare che un bimbo o una bimba dai 12 ai 36 mesi possa far merenda con cibi di produzione industriale, sia per un problema di deglutizione che di dieta sana, fermo restando le garanzie di sicurezza sulla somministrazione degli alimenti.
Con le associazioni abbiamo affrontato molte volte anche il tema del Covid-19 e come questo periodo di chiusure ha sconvolto tutte quelle attività fondamentali per lo sviluppo sociale, abbiamo condiviso le preoccupazioni dei genitori, ma abbiamo anche constatato che non tutti i servizi educativi in caso di chiusure forzate avrebbero ricevuto sostegni dalla Regione Lazio. E’ nata da qui l’esigenza di scrivere l’emendamento al comma 4 dell’art. 12 della Legge Regionale n. 7 del 2020: da oggi, grazie all’approvazione in Aula, tutti i servizi educativi, senza esclusione, avranno dei sostegni da parte della Regione Lazio in caso di chiusura per motivi eccezionali o straordinari.