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Un Aperitivo Romano

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Giovedì scorso, ai microfoni di Non è la Radio e Tele Lazio Nord per parlare della proposta di legge quadro sulla disabilità.

“Le persone con disabilità”: noi usiamo sempre questo termine per indicare che sono delle persone che hanno una cosa, ma la loro disabilità, la loro menomazione, la loro difficoltà, non coincide con le persone e quanto più si abbattono le barriere e dici bene, anche culturali non solo fisiche, che separano queste persone dal resto del mondo, tanto più quello che tu chiami “pregiudizio” casca. Come tutte le cose, quando uno conosce ci si accorge che non esiste il bianco o il nero, ma che ogni cosa è fatta di una sfumatura. Già parlare di disabilità in senso lato, già è una forzatura perché le disabilità sono molto diverse: un fatto sono le disabilità sensoriali, un fatto sono le disabilità motorie, un fatto sono le co-morbidità che sommano quelle patologie che complicano l’esistenza quotidiana. Se noi cominciamo a pensare a una società dove le persone non si dividono in “sane” e “malate”, ma ognuno è portatore di una complessità che ha al suo interno anche i limiti fisici che ognuno di noi ha per motivi diversi, si riesce a vedere l’altro anche in un altro modo. E questo riguarda anche i nostri figli a scuola: quando i ragazzi hanno in classe un bambino con disabilità, qualsiasi sia la disabilità, se le insegnanti sono brave, fanno un lavoro di integrazione per il quale la differenza di quel tipo viene percepita come una ricchezza da tutto il gruppo, come qualcosa da cui anche imparare nel percorso insieme. Quindi non solo il “diverso” che viene accolto per motivi di solidarietà e di accoglienza. Questo è un lavoro che ovviamente parte con i nostri figli, e deve attraversare tutta la società. Deve attraversare le società, le aziende. Tu giustamente accennavi al mondo del lavoro che molto spesso è fatto di aziende che pur di non prendere le quote riservate alle persone con disabilità, pagano le multe. Senza sapere che ci sono dei lavoratori con delle qualità eccezionali che, pur convivendo con la loro disabilità, portano alla realtà produttiva, una resa straordinaria. Quindi bisogna fare questo lavoro qui, che non è banale perché è un lavoro culturale prima che normativo e infrastrutturale.

Siamo nel 2021, c’è ancora pregiudizio, nei confronti dei disabili. Oltre alle difficoltà tecniche, per esempio, le barriere architettoniche o l’inserimento nel mondo del lavoro. C’è del pregiudizio nei confronti delle persone diversamente abili?
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